Guida alla Sopravvivenza nel Cinema
Guida alla Sopravvivenza nel Cinema
Il Cinema di Cthulhu
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“Ci si rende conto che si tratta di un’opera unica, di un lavoro di ricerca titanico su un autore sul quale in Italia, e non solo, non esisteva niente di simile”. Alberto Castellano, Alias, il manifesto
“Un viaggio nei Miti di Cthulhu, tra orrore, fantasia e le visioni di alcuni dei più importanti autori contemporanei”. Andrea Guglielmino, Cinecittà News
Il Cinema di Cthulhu
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“Ci si rende conto che si tratta di un’opera unica, di un lavoro di ricerca titanico su un autore sul quale in Italia, e non solo, non esisteva niente di simile”. Alberto Castellano, Alias, il manifesto
“Un viaggio nei Miti di Cthulhu, tra orrore, fantasia e le visioni di alcuni dei più importanti autori contemporanei”. Andrea Guglielmino, Cinecittà News
Cantata dei pastori
Cantata dei pastori
Strawberry Fields
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“Il volume, che non ha un taglio pienamente saggistico ma che anzi esibisce un bel passo narrativo, ripercorre la vicenda beatlesiana con stile e scioltezza”. Antonio Tricomi, La Repubblica “È la storia dunque di un amante, di chi è innamorato. E chi lo è, si compone in musica, si filtra e si espone così, scegliendo di profilarsi attraverso le note, anche quelle che ritmano un libro”. Rossella Pretto, l’OttavoStrawberry Fields
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“Il volume, che non ha un taglio pienamente saggistico ma che anzi esibisce un bel passo narrativo, ripercorre la vicenda beatlesiana con stile e scioltezza”. Antonio Tricomi, La Repubblica “È la storia dunque di un amante, di chi è innamorato. E chi lo è, si compone in musica, si filtra e si espone così, scegliendo di profilarsi attraverso le note, anche quelle che ritmano un libro”. Rossella Pretto, l’OttavoStoria del Black Cinema
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Menzione Classifica Qualità 2024, La Lettura, Corriere della Sera “L’approccio dell’autore verso l’oggetto di studio è totale ed enciclopedico, senza però diventare mai pedante, ma anzi puntando sul coinvolgimento del lettore, emotivo oltre che intellettuale, grazie alla fluidità di scrittura e a una passione, non soltanto cinéphile, che traspare da ogni riga”. Diego Del Pozzo, Il Mattino “La pubblicazione di Rosario Gallone va a colmare un vuoto editoriale italiano […] Raramente si è visto nel panorama italiano (non solo nel settore cinematografico) un argomento sviscerato in lungo e in largo con tanta dovizia di particolari, storie, aneddoti, approfondimenti, collegamenti intertestuali”. Alberto Castellano, Alias, il manifesto “Un libro che rappresenta un unicum nel panorama italiano sull’argomento”. Davide Porzio, Pop Corn Club “La vicenda del Black Cinema è complessa e piena di contraddizioni, di spinte opposte che il libro analizza scientificamente, senza un’oncia di retorica, al contrario: Gallone è penna innamorata di quei film ma non teme di segnalare le operazioni più difficili e fallimentari, spiegandone i motivi della non riuscita”. Emanuele De Nicola, Nocturno “Un’impresa titanica ed enciclopedica che fa del saggio di Gallone una fonte bibliografica d’ora in poi imprescindibile per chiunque voglia occuparsi di Black Cinema, e allo stesso tempo evita il rischio di rivelarsi meramente compilativa, soprattutto perché, da parte dell’autore, ci sono un punto di vista e una chiara posizione morale”. Paola Casella, CinecriticaStoria del Black Cinema
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Menzione Classifica Qualità 2024, La Lettura, Corriere della Sera “L’approccio dell’autore verso l’oggetto di studio è totale ed enciclopedico, senza però diventare mai pedante, ma anzi puntando sul coinvolgimento del lettore, emotivo oltre che intellettuale, grazie alla fluidità di scrittura e a una passione, non soltanto cinéphile, che traspare da ogni riga”. Diego Del Pozzo, Il Mattino “La pubblicazione di Rosario Gallone va a colmare un vuoto editoriale italiano […] Raramente si è visto nel panorama italiano (non solo nel settore cinematografico) un argomento sviscerato in lungo e in largo con tanta dovizia di particolari, storie, aneddoti, approfondimenti, collegamenti intertestuali”. Alberto Castellano, Alias, il manifesto “Un libro che rappresenta un unicum nel panorama italiano sull’argomento”. Davide Porzio, Pop Corn Club “La vicenda del Black Cinema è complessa e piena di contraddizioni, di spinte opposte che il libro analizza scientificamente, senza un’oncia di retorica, al contrario: Gallone è penna innamorata di quei film ma non teme di segnalare le operazioni più difficili e fallimentari, spiegandone i motivi della non riuscita”. Emanuele De Nicola, Nocturno “Un’impresa titanica ed enciclopedica che fa del saggio di Gallone una fonte bibliografica d’ora in poi imprescindibile per chiunque voglia occuparsi di Black Cinema, e allo stesso tempo evita il rischio di rivelarsi meramente compilativa, soprattutto perché, da parte dell’autore, ci sono un punto di vista e una chiara posizione morale”. Paola Casella, CinecriticaBehind the Icons / Raising the Flag on Iwo Jima
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“Il testo vero e proprio è costituito da una sessantina di pagine mentre più della metà del libro contiene una ricerca iconografica pregevole. Che non è riempitiva ma nell’ottica di una forma che si fa anche contenuto, è un apparato visivo imprescindibile per comprendere l’approccio dell’autrice a una materia complessa”. Alberto Castellano, Alias, il manifesto “A caratterizzare la ricerca di Fuorvia non è solo l’impatto mediatico delle immagini iconiche, ma anche gli aspetti tecnici che contribuiscono alla loro immortalità. Il testo esplora il sottile confine tra verità storica e percezione pubblica, offrendo uno spunto di riflessione sulle dinamiche che trasformano una fotografia in un simbolo”. Lara Gigante, Quotidiano di PugliaBehind the Icons / Raising the Flag on Iwo Jima
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“Il testo vero e proprio è costituito da una sessantina di pagine mentre più della metà del libro contiene una ricerca iconografica pregevole. Che non è riempitiva ma nell’ottica di una forma che si fa anche contenuto, è un apparato visivo imprescindibile per comprendere l’approccio dell’autrice a una materia complessa”. Alberto Castellano, Alias, il manifesto “A caratterizzare la ricerca di Fuorvia non è solo l’impatto mediatico delle immagini iconiche, ma anche gli aspetti tecnici che contribuiscono alla loro immortalità. Il testo esplora il sottile confine tra verità storica e percezione pubblica, offrendo uno spunto di riflessione sulle dinamiche che trasformano una fotografia in un simbolo”. Lara Gigante, Quotidiano di PugliaLa Magnifica Ossessione
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“Un bellissimo esempio di come critici e cineasti possano intrecciare percorsi teorici fruttuosi e affetti”. Cristiana Paternò, Cinecritica “Brillante ed esaustiva monografia”. Valerio Caprara, Il Mattino “Salvatore Piscicelli è una figura centrale nel cinema italiano dell’ultimo mezzo secolo eppure incredibilmente la sua lunga carriera non era mai stata raccontata in un libro. A colmare la lacuna ci pensano il critico e saggista Alberto Castellano e l’editore Martin Eden, con un pregevole volume”. Antonio Tricomi, La Repubblica “Saggi appassionati, convincenti, coinvolgenti e sconvolgenti”. Roberto Silvestri, FilmTV “Una saggistica cospicua, quindici brani di riflessione critica, un’intervista rivelatrice che ha attimi di zenith, una galleria fotografica, una necessaria filmografia e il resto dell’opera densa. Ciascuno degli interventi, tutti profondi, precisi e da leggere con attenzione, si propone in un’area specifica dell’autore”. Claudio Trionfera, iKonoPlast n.23La Magnifica Ossessione
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“Un bellissimo esempio di come critici e cineasti possano intrecciare percorsi teorici fruttuosi e affetti”. Cristiana Paternò, Cinecritica “Brillante ed esaustiva monografia”. Valerio Caprara, Il Mattino “Salvatore Piscicelli è una figura centrale nel cinema italiano dell’ultimo mezzo secolo eppure incredibilmente la sua lunga carriera non era mai stata raccontata in un libro. A colmare la lacuna ci pensano il critico e saggista Alberto Castellano e l’editore Martin Eden, con un pregevole volume”. Antonio Tricomi, La Repubblica “Saggi appassionati, convincenti, coinvolgenti e sconvolgenti”. Roberto Silvestri, FilmTV “Una saggistica cospicua, quindici brani di riflessione critica, un’intervista rivelatrice che ha attimi di zenith, una galleria fotografica, una necessaria filmografia e il resto dell’opera densa. Ciascuno degli interventi, tutti profondi, precisi e da leggere con attenzione, si propone in un’area specifica dell’autore”. Claudio Trionfera, iKonoPlast n.23Io, Nando Paone
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“Il libro tocca puntualmente tutti gli aspetti sia umani che artistici di Paone, mettendo in rilievo le molteplici sfumature della sua personalità e la totale dedizione al lavoro dell’attore”. Antonio Tedesco, ProscenioIo, Nando Paone
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“Il libro tocca puntualmente tutti gli aspetti sia umani che artistici di Paone, mettendo in rilievo le molteplici sfumature della sua personalità e la totale dedizione al lavoro dell’attore”. Antonio Tedesco, ProscenioVenti di Cinema
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“Il lettore si trova immerso in un flusso di riflessioni, esposte con stile preciso e a tratti tagliente, che mettono in gioco la sua memoria di spettatore. E tra i meriti del volume c’è anche quello di riportare alla mente pellicole di valore troppo in fretta dimenticate o accolte distrattamente dal pubblico”. Antonio Tricomi, La Repubblica “C’è un po’ di tutto. Anche i B movies? Anche. Soprattutto, c’è tanta produzione italiana, perché Alberto Castellano non è soltanto un critico navigato ma un onnivoro di schermo, prima di tutto il grande, con tre, quattro film a settimana di cui cibarsi”. Luciano Giannini, Il MattinoVenti di Cinema
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“Il lettore si trova immerso in un flusso di riflessioni, esposte con stile preciso e a tratti tagliente, che mettono in gioco la sua memoria di spettatore. E tra i meriti del volume c’è anche quello di riportare alla mente pellicole di valore troppo in fretta dimenticate o accolte distrattamente dal pubblico”. Antonio Tricomi, La Repubblica “C’è un po’ di tutto. Anche i B movies? Anche. Soprattutto, c’è tanta produzione italiana, perché Alberto Castellano non è soltanto un critico navigato ma un onnivoro di schermo, prima di tutto il grande, con tre, quattro film a settimana di cui cibarsi”. Luciano Giannini, Il MattinoCarlo Delle Piane
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“La Crispino ci fa scoprire le dolcezze, i limiti, il rapporto con la musica e con le città da lui amate, gli aspetti più intimi e nascosti”. Alberto Castellano, il manifesto “La vicenda professionale di Carlo Delle Piane è lunga e complessa ma rimane sullo sfondo di quello che Pupi Avati definisce «un diario d’amore», ossia il racconto dei sei anni di matrimonio con la musicoterapeuta napoletana Anna Crispino, autrice del libro”. Ugo Cundari, Il Mattino “Con il suo stile semplice e diretto, Anna Crispino racconta una storia d’amore. Un amore la cui fiamma è ancora viva, come se quattro anni fa Delle Piane non avesse abbandonato per sempre le scene”. Antonio Tricomi, La Repubblica “Ma chi era davvero Carlo Delle Piane? Dalla dolcezza al «jazz che ascoltava di continuo», dalle passioni alle idiosincrasie e le maschere, a metterlo a nudo è la donna che lo conosceva bene, Anna Crispino, che lo sposò nel 2013 […] il libro istruisce sapide e sensibili convergenze parallele tra arte e vita, diaristica e compendio critico”. Rivista del CinematografoCarlo Delle Piane
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“La Crispino ci fa scoprire le dolcezze, i limiti, il rapporto con la musica e con le città da lui amate, gli aspetti più intimi e nascosti”. Alberto Castellano, il manifesto “La vicenda professionale di Carlo Delle Piane è lunga e complessa ma rimane sullo sfondo di quello che Pupi Avati definisce «un diario d’amore», ossia il racconto dei sei anni di matrimonio con la musicoterapeuta napoletana Anna Crispino, autrice del libro”. Ugo Cundari, Il Mattino “Con il suo stile semplice e diretto, Anna Crispino racconta una storia d’amore. Un amore la cui fiamma è ancora viva, come se quattro anni fa Delle Piane non avesse abbandonato per sempre le scene”. Antonio Tricomi, La Repubblica “Ma chi era davvero Carlo Delle Piane? Dalla dolcezza al «jazz che ascoltava di continuo», dalle passioni alle idiosincrasie e le maschere, a metterlo a nudo è la donna che lo conosceva bene, Anna Crispino, che lo sposò nel 2013 […] il libro istruisce sapide e sensibili convergenze parallele tra arte e vita, diaristica e compendio critico”. Rivista del CinematografoFino all’ultima sala
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“Un lavoro davvero imperdibile, quasi come fosse un vecchio film d’avventura”. Giulio Baffi, La Repubblica “Con animo cinéphile e istinto da investigatore, il critico Giancarlo Giacci ha portato a termine un’impresa degna di nota”. Diego Del Pozzo, Il Mattino “Il cuore del volume sono le tabelle con le quali l’autore evidenzia il numero di sale cinematografiche che negli anni hanno chiuso i battenti […] Di fronte a questi dati impietosi viene in mente quanto affermava Peppuccio Tornatore: «Una città senza cinema è come un viso senza occhi»”. Ignazio Senatore, Corriere del Mezzogiorno “Solo un supporto cartaceo può restituire l’avventurosa storia dei cinema napoletani strappandola alla rassegnazione dell’oblio, all’ineluttabilità del dimenticatoio che tutto inghiotte e frulla, al piacere nostalgico di ricordare ogni tanto questa o quella sala che magari scatta quando ci si trova di fronte a un supermercato o a un garage che l’ha sostituita”. Alberto Castellano, Alias, il manifesto “È questa l’occasione per riaccendere il sogno del cinema e delle sale da cinema, e strappare la loro storia all’oblio”. Francesca Saturnino, L’Espresso NapoletanoFino all’ultima sala
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“Un lavoro davvero imperdibile, quasi come fosse un vecchio film d’avventura”. Giulio Baffi, La Repubblica “Con animo cinéphile e istinto da investigatore, il critico Giancarlo Giacci ha portato a termine un’impresa degna di nota”. Diego Del Pozzo, Il Mattino “Il cuore del volume sono le tabelle con le quali l’autore evidenzia il numero di sale cinematografiche che negli anni hanno chiuso i battenti […] Di fronte a questi dati impietosi viene in mente quanto affermava Peppuccio Tornatore: «Una città senza cinema è come un viso senza occhi»”. Ignazio Senatore, Corriere del Mezzogiorno “Solo un supporto cartaceo può restituire l’avventurosa storia dei cinema napoletani strappandola alla rassegnazione dell’oblio, all’ineluttabilità del dimenticatoio che tutto inghiotte e frulla, al piacere nostalgico di ricordare ogni tanto questa o quella sala che magari scatta quando ci si trova di fronte a un supermercato o a un garage che l’ha sostituita”. Alberto Castellano, Alias, il manifesto “È questa l’occasione per riaccendere il sogno del cinema e delle sale da cinema, e strappare la loro storia all’oblio”. Francesca Saturnino, L’Espresso NapoletanoUn Principe Dada
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“Un lungo itinerario che si dipana attraverso i decenni, richiamando incontri, presenze, spettacoli, versi, esperienze e fantasmi per provare a fornire unitarietà e coerenza a un percorso articolato, vasto ed eccentrico”. Generoso Picone, Il Mattino “Una lunga passeggiata tra le vie di Napoli si trasforma in un memoir che porta alla luca i momenti più nascosti della vita dell’artista”. Alberto Castellano, il manifestoUn Principe Dada
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“Un lungo itinerario che si dipana attraverso i decenni, richiamando incontri, presenze, spettacoli, versi, esperienze e fantasmi per provare a fornire unitarietà e coerenza a un percorso articolato, vasto ed eccentrico”. Generoso Picone, Il Mattino “Una lunga passeggiata tra le vie di Napoli si trasforma in un memoir che porta alla luca i momenti più nascosti della vita dell’artista”. Alberto Castellano, il manifesto